Category: Squadra

Un’emozione da poco

Tifosi-Udinese1Eccola. Mi mancava. Quella frizzante euforia che mi invade solo quando c’è di mezzo l’Udinese. Per me oggi è il debutto di una nuova stagione. Ho lasciato la militanza dopo la vittoria di San Siro, due mesi fa. Oggi si scende in pista. Tra poco salirò ad Imponzo, quell’angolo di verde pacifico della nostra Carnia che attende la terza amichevole della nuova stagione e l’insediamento dl ritiro dei bianconeri nel comune caro a Carducci per la sua rustica semplicità. Ed autenticità. Mi sento come prima di ogni partita dell’Udinese: gasata, allegra, riempita di buono e di bello. Di voglia si sognare, di appagamento. E’ il riallineamento che mi mancava, il senso della mia esistenza. Da adolescente la settimana ruotava sul perno significativo della domenica che dava valore a tutti i sette giorni. La magia continua ancora nonostante di adolescente io abbia solo l’ebbrezza delle emozioni. Roboanti, invadenti, chiassose. Come un rullo di tamburi o il fischio di un treno. A bordo, si parte per un altro viaggio!

Nella mia esistenza non trovo un altro tasto capace di accendermi e tenermi in vita in una dimensione così piena, aperta, esuberante. Solo l’Udinese ha ed ha avuto sempre questo potere rinvigorente, motivante che si è mantenuto amplificato negli anni, azzerando il senso cronologico. Sono la stessa ragazzina che andava allo stadio con suo papà e, all’altezza dei Casanova di Martignacco diceva, scorgendo l’arco: “Papà, ho paura”. Voleva dire che mi batteva il cuore. E che ero tanto felice. Oggi il mio cuore batte perché rivedrò casacche e volti capaci di materializzare sogni e sentimenti d’amore. Posso dire con sicurezza che non c’è mai stato un amore più vero di quello per la squadra della mia terra. L’amore che supera gli innamoramenti, le infatuazioni, le crisi famigliari. Ne sono fiera perché so che ha sempre avuto l’approvazione di mia mamma che ne capiva il valore pur non conoscendo una sola regola di gioco. Insomma, Udinese, ci sei sempre stata.

Oggi ci siederemo insieme, con amici di condivisione e i ragazzi usciranno dallo spogliatoio. Per me sarà come una finale importante. E mi commuoverò. Ricordo un ritiro a Malborghetto, 1987, la prima volta che vidi passare la squadra intenta a correre. Ero avvinghiata con tutti i miei 15 anni sulla rete. Ero da sola e qualcuno dei calciatori mi salutò con un sorriso di tenerezza. Appena passarono cominciai a piangere. Come ho pianto di commozione l’altra sera durante una messa molto sentita. Il sublime ha tante facce. Il cuore sorride e lacrima di gioia e di dolore. L’emozione che ne scaturisce è così forte che pulisce, lava via ogni nodo pericoloso, ogni cumulo di negatività. Porterò il mio cuore rosso dello striscione per Guido anche se so che lui arriverà fra qualche giorno. Non può mancare in quell’aria frizzantina. Che strano, iniziare senza l’anima. Ma, sono sicura, la presenza del condottiero oggi si materializzerà e ci parrà di vederlo arrivare, con la sua bici dicendo: “Eccomi, arrivo”.

Siamo tutti qui per te, Udinese. Quest’anno mi sono sentita più volte di sbilanciarmi dicendo che alzeremo un trofeo. Presto, molto presto. Intanto si scende in pista. Non vedevo l’ora, non vedevo l’ora di ricominciare. Concludo con le parole di Claudione, immancabile amico di ispirazione: “Ciò che ho davanti è più di quello che ho avuto già”. Nel senso che il domani sarà più bello. Basta crederci. Alè Udinese. E iere ore!!!! – See more at: http://udineseclub.net/index.php?option=com_content&task=view&id=1891&Itemid=8#sthash.vWrMa42c.dpuf

Sotto lo stesso cielo

Sono tornata a casa da pochissimo dopo l’ennesima triturata di emozioni bianconere. Mi sento un pezzo di carne di maiale che diventa ragù in un batter d’occhio. Non ho più forze fisiche perché risento ancora della trasferta magica di san Siro. Ma ho tanto da dire che mi esce da tutte le parti. Come una botte di vino rosso sconquassata in una stiva di nave durante un naufragio. Zampilla sanguinante da tutte le parti. Così le mie emozioni fuoriescono impulsive e cantate. Come una melodia armoniosa di felicità. Eravamo tanti e ancora una volta sotto lo stesso cielo: un cielo matto di maggio protetti dall’abbraccio protettivo dell’Arco.

Eravamo lì per festeggiare l’ennesima meraviglia dell’Udinese. Sessantasei punti, una nuova Europa in una volata finale da campioni. Eravamo lì per ringraziare gli artefici del miracolo Udinese: tutti da portare in trionfo per le strade della vita su una corriera a cielo aperto per guardare di nuovo le stelle. Ormai ci siamo abituati ma è sempre più bello.

Ieri il Paron Pozzo ha dichiarato che questa Europa è la più bella perché la più sofferta. Me lo vedo strabuzzare gli occhi con un sorriso beffardo guardando i suoi omologhi con il blec. Lui, uno Zeus bellissimo, barba e occhiali da lord inglese, elegante sempre. Lui che ha l’età di mio padre e che amo come se lo fosse realmente. Perché lo difendevo diciassettenne quando tifare Udinese era un atto di coraggio, non una moda. Non eravamo nessuno, fra A e B. Ma lui è lì da allora e troneggia sorridente senza perdere l’inflessione da friulano vero. Perché lui lo è. Grazie Presidente Pozzo, prima o poi la incontrerò per scambiare quattro chiacchiere di ammirazione e affetto.

Sul palco salgono tutti i protagonisti: i campioni – un turbinio di lingue, colori, modi di vestire, portamenti. Alcuni non saranno più con noi alla ripresa delle ostilità ma oggi sono tutti protagonisti, nessun ruolo secondario. Dirigenti, magazzinieri, staff tecnico.

E lui, il tecnico delle quattro Europe, acclamato con un boato che accomuna tutti: Francesco Guidolin là, là, là, là. Lo vedo ancora braccia al cielo al fischio dell’arbitro dopo la prestazione “Royal Deluxe” di domenica sera. Parla poco lui ma si esprime con gesti toccanti: “ Da quindici anni si è creato un feeling speciale e magico con questo territorio. I tifosi provano questo affetto e anch’io lo provo”. E la mano va sul cuore. Non servono ricami, luccichini, non serve arte oratoria. Quest’uomo semplice va al cuore perché parla la nostra stessa lingua. Potremmo capirci anche nel deserto con i silenzi e il senso del lavoro che ci accomunano. “Quest’anno non posso dire che non mi abbiano cercato ma io resto qui”. Basta poco, non serve altro. L’ha promesso, il Guido.

Prima della presentazione all’americana ho tremato come una foglia, non per il freddo ma per risentire l’inno storico cantato da Dario Zampa Alè Udin del 1979, primo anno di serie A. E’ come sentire la voce della mamma. Calda, accogliente. Ti ci riconosci. E fa ben, tanto bene. Poi i filmati dei Fogolars Furlans nel mondo, dalla Cina, all’Argentina, dal Canada alla Svizzera. Anche qui si esprimeva in friulano l’attaccamento per la Patria lontana e l’amore per l’Udinese che ci fa grandi nel mondo. C’è chi mi ha riso quando più volte ho detto Udinese Patrimonio dell’Umanità. Beh amici. Ditemi se non è così. Quando sale Pozzo i cori non cessano. Mi sento fortunata a vivere questo momento. Quante volte l’ho vissuto grazie a te, mia Udinese. E quante volte lo rivivrò. Ne sono sicura.

Il clou per quanto mi riguarda: l’abbraccio di Pozzo, Guidolin e Di Natale con in mano una sciarpa bianconera. Li univa, li legava. Passato e futuro. Trionfo e progetto. L’anima della mia Udinese sono loro. L’ho detto altre volte. La mia Udinese. Chi mi regala dei sogni sarà sempre nel mio cuore. Loro hanno un posto in prima fila e per sempre.

E poi, e nulla avviene per caso, ero seduta con la mia amica storica di tanti anni in tribuna quando eravamo due ragazzine. Nella nostra tribuna; l’ho beccata fra migliaia di persone, pur non essendo un’aquila. E ci siamo sedute insieme vivendo insieme questo momento magico. Ma il bello è che per la sottoscritta magici erano anche quegli anni sventurati di saliscendi. Oggi è come se fossimo due donne con lo spirito di due adolescenti.Con lo stesso entusiasmo, io un po’ più curva e smilza.

Prima di andare a casa da sinistra sbuca uno scavatore giallo con due bandiere al vento: una dell’Udinese e una dell’aquila del Friuli. Tutto il palco assiste al suo ingresso con la solennità di una marcia verso l’altare. Sono sicura che le lacrime di Pozzo erano le mie, erano le nostre. Hai fatto tanta strada Udinese, tanta. E qui si distrugge per costruire un nuovo miracolo. E la ferrea mano meccanica si addentra nella terra tenera del campo dello Stadio Friuli. Qui si fa la storia bianconera. Sotto lo stesso cielo. Ne hai fatta di strada Udinese. Grazie di esistere.

Toto’ diventa tridimensionale

stat_dinataleAntonio Di Natale è l’uomo dei record bianconeri. L’attaccante capace di sgretolare qualsiasi traguardo raggiunto, prima di lui, da chiunque altro con la maglia delle zebrette. E da domani il capitano dell’Udinese si toglierà un’altra, grande, soddisfazione: sarà, infatti, raffigurato in una statua realizzata in resina colorata, e inserita in un solido a trasparenza cristallina che, per la prima volta al mondo, è stata sviluppata mediante una scansione tridimensionale in movimento dell’esatta posizione con cui Di Natale ha realizzato a Pescara il suo storico 150° centro in campionato con la maglia dei friulani. Idea Prototipi – l’azienda di Basiliano di Massimo Agostini che aveva già “congelato” le due scarpette di Totò in occasione dei 100 gol del capitano – ha infatti “chiamato”, qualche settimana fa, il capitano nel suo nuovo laboratorio all’interno dell’Area Science Park di Padriciano dove il numero 10 è stato, simpaticamente, sottoposto ad un trattamento ad hoc. Di Natale è stato fotografato mediante un’apposita tecnologia che permette la scannerizzazione tridimensionale, con luce strutturata, della sua fisionomia nell’esatta posizione in cui ha realizzato all’Adriatico di Pescara il sigillo dei 150 gol in Serie A con l’Udinese. E domani, alle 14.30, nella sala stampa dello stadio “Friuli” alla presenza del patron bianconero Gianpaolo Pozzo, del Presidente Franco Soldati, del numero uno di “Udinese per la Vita” Andrea Bonfini, del presidente dell’Associazione Udinese Club Edy Morandini – promotrice dell’iniziativa assieme ad Idea Prototipi – e allo stesso Massimo Agostini, la “statuetta” sarà svelata ai media locali e nazionali. La statuetta o, per meglio dire, le statuette visto che Idea Prototipi ha realizzato due copie dello stesso prodotto: una dedicata ad Antonio Di Natale e una da mettere all’asta in beneficenza e il cui ricavato andrà a favore della Onlus “Udinese per la Vita”.