Noi no

Ieri in tutta Italia si è celebrata la Giornata della Memoria e dell’Impegno promossa da Libera ( associazioni, nomi e numeri contro le mafie), per ricordare le oltre 800 vittime innocenti di tutte le mafie.
La commemorazione si è tenuta in Piazzetta Lionello alle 18 in una serata mite di primo giorno di primavera. La lettura dei nomi delle vittime è stata affidata alle principali figure istituzionali, ai referenti delle associazioni locali socie di Libera, agli studenti e ai semplici cittadini.
Dal 1996 ogni 21 marzo si celebra questa Giornata. Il primo giorno di primavera è il simbolo della speranza che si rinnova ed è anche occasione di incontro con i familiari delle vittime che in Libera hanno trovato la forza di risorgere dal loro dramma, elaborando il lutto per una ricerca di giustizia vera e profonda, trasformando il dolore in uno strumento concreto, non violento, di impegno e di azione di pace.

Sapevo dell’attività di Libera grazie ai miei colleghi che in anni passati hanno condiviso ore di insegnamento e di chilometri di auto. Lo scorso anno buttammo giù un’azzardata lontanissima idea…”sarebbe bello se si riuscisse a coinvolgere qualche uomo di sport…”
Il Coordinamento di Udine qualche settimana fa mi chiese di far arrivare all’allenatore dell’Udinese l’invito a partecipare in qualità di “persona e professionista molto conosciuto e stimato dalla comunità friulana”. Difficile, pensai, ma non impossibile quando si crede ad un’idea.
Ieri pomeriggio Francesco Guidolin era presente nella lettura dei quindici nomi insieme a tanti altri cittadini. Senza presentazioni. Le voci sono sfilate via una dopo l’altra, anonime, con accenti che sottolineavano provenienze diverse, alcune rotte dall’emozione. Si sono letti nomi per un’ora mentre i bambini accendevano fiammelle di candele, una dopo l’altra.

Don Ciotti si sentì dire dalla mamma di un agente della scorta di Giovanni Falcone che non sentiva mai pronunciare il nome di suo figlio saltato in aria a Capaci. Da allora si è deciso di dire i nomi per farli vivere, per non farli morire. Per farli esistere nella loro dignità.

Sono molto felice di aver condiviso con la mia famiglia questo momento di civiltà e che le persone che mi fanno sognare la domenica abbiano accettato di prestare la loro voce per dire NOI NO, MAI PIU’ RUBATI, NOI.
I legami servono e creano adesione e contagio.

Biancamaria Gonano
22.03.2014

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